giovedì 13 marzo 2014

un passo indietro: Kierkegaard

vita:
nasce a Copenhaghen il 5 Maggio 1813;
crebbe in un ambiente dalla religiosità severa;
si iscrisse alla facoltà di teologia danese che era di stampo hegeliano;
1840: si laurea con una dissertazione dal titolo "Sul concetto di ironia con particolare riguardo a Socrate";
non intraprese la carriera di pastore alla quale la sua laurea lo abilitava;
1841: segue le lezioni di Schelling a Berlino;
si ritira a vita privata e manda a monte il suo fidanzamento con Regina Olsen;
visse nella costante preoccupazione del giudizio altrui;
muore nel 1855.

Eventi che lo segnarono:
Spesso nel suo Diario parla di "un grande terremoto", sconvolgimento di cui non si è ancora compresa la natura;  e cita anche, sempre nel suo Diario, "una scheggia nelle carni", dispiacere che lo assillò per tutta la vita (tanto da fargli ripetere questa frase anche sul letto di morte). Forse questa scheggia è il movente che gli ha impedito di portare a termine il fidanzamento (?) o forse è il nome con cui ha chiamato, per tutta la vita, l'oscura minaccia della costante apatia, o, ancora, è il terrore che lo ha accompagnato ogni giorno impedendolo nelle scelte.
Inoltre egli volle sempre mantenersi a distanza dai suoi libri: pubblicò ogni testo con pseudonimi sempre diversi (tenendosi in un rapporto poetico).

Le Opere:
1843 Enten-Eller (tradotto con Aut-Aut), di cui fa parte Diario di un seduttore;
1843 Timore e Tremore;
1844 Il Concetto dell'Angoscia;
1849 La malattia mortale;
1850 L'esercizio del Cristianesimo;
1855 Discorsi Religiosi.

Il Pensiero:

l'esistenza è possibilità; la possibilità ha un carattere negativo e paralizzante; ogni possibilità è sempre "possibilità che no" oltre che "possibilità che si".
Ogni possibilità che si prospetta è la minaccia dell'angoscia che incombe, egli scriveva "ciò che io sono è un nulla".
A fronte delle possibilità c'è sempre una scelta che incombe, che preme.
Vi sono tre stadi da affrontare nella vita: lo stadio estetico, quello morale o etico, ed un terzo, assai particolare, destinato a pochi o pochissimi, ovvero lo stadio religioso.
Nel primo vi è la vita vissuta attimo dopo attimo, nel piacere estremo (figura di riferimento Don Giovanni); il rovescio della medaglia è però la noia e la ripetizione eterna di cosa già consumate.
Nel secondo vi è la scelta di una vita dedita alla famiglia e al lavoro e la figura di riferimento è il marito, il buon marito, ovvero chi sceglie una volta e sceglie per sempre di procrastinare la propria goduria a favore delle persone che ha accanto.
Il terzo stadio è una via per eletti: solo chi riesce a superare l'etica o la morale comune può accedervi. Il simbolo è Abramo, paradosso religioso per eccellenza, colui che non si sarebbe fatto nessuno scrupolo ad uccidere suo figlio in nome di Dio.

lunedì 3 marzo 2014

POSITIVISMO EVOLUZIONISTICO E DARWIN

Assume il concetto di evoluzione come fondamento della realtà naturale.
L'evoluzione è manifestazione di una realtà infinita e ignota.
Le teorie sull'evoluzione si basano sulla precedente dottrina del trasformismo biologico (Lamark e Darwin stesso).

L'evoluzionismo biologico, la teoria secondo cui le specie animali e vegetali si trasformano l'una nell'altra, fu dapprima ipotizzata da Buffone poi difesa, senza successo, da Lamark e Saint-Hilaire. Non trionfò nella scienza fino a che non venne eliminata la teoria delle catastrofi di Cuvier, secondo la quale la terra è stata teatro di successivi cataclismi che ne hanno cambiato la faccia e periodicamente distrutte le specie viventi. Viene eliminata da Lyell e solo allora Darwin potè dimostrare l'evoluzione.
L'opera omnia di Darwin è L'ORIGINE DELLA SPECIE apparsa per la prima volta nel 1859 (fu un best seller!).
La teoria si fonda su:

1. l'esistenza di piccole variazioni organiche che si verificano negli esseri viventi lungo il corso del tempo e sotto l'influenza delle condizioni ambientali. Queste variazioni, secondo le statistiche, sono vantaggiose per cho ne è portatore.
2. la lotta per la vita si verifica necessariamente tra gli individui che vivono a causa della tendenza di ogni specie a moltiplicarsi seguendo una progressione geometrica: gli individui con più mutamenti organici vantaggiosi hanno maggior probabilità di sopravvivenza, essi lasceranno in eredità questi caratteri accidentali acquisiti; è la legge della selezione naturale.

Altra opera importante: LA DISCENDENZA DELL'UOMO DEL 1871
quin parla del fatto che non esistono differenze fra uomini e mammiferi più elevati per quel che riguarda le facoltà mentali. Ciò, secondo Darwin, non scalfisce la dignità umana.



scarica pdf
https://drive.google.com/file/d/0B5DBNWZakYzgUTJUYm5ycGIzRTQ/edit?usp=sharing

SPENCER


Herbert Spencer ( 1820 – 1903 ), è il più importante rappresentante del positivismo evoluzionistico sviluppando la teoria darwiniana sulla totalità del reale, per Spencer secondo un processo graduale avviene un’ evoluzione pre – organica, organica e superorganica, si tratta quindi di un meccanismo biologico. Le opere più importanti di Spencer sono: “ Statica sociale “, “ Principi di psicologia “, “ Sistema di filosofia sintetica “, “ Individuo e stato “, “ Principi primi “.
Spencer a differenza di una certa corrente del positivismo ammette la conciliabilità della scienza e della religione, in quanto la scienza si deve occupare dell’ ambito del conoscibile, la religione dell’ inconoscibile.
Si tratta di una divisione fondamentale, la scienza offre una spiegazione sul piano fenomenico, del “ come “, la religione da un lato evidenzia i limiti della conoscenza umana, dall’ altro svela il mistero profondo della realtà.
La religione di cui parla Spencer è una teologia negativa di plotiniana memoria; non definisce l’ inconoscibile ma si limita attraverso un processo negativo a dire cosa dietro la conoscenza scientifica non stia. Scienza e religione hanno ambiti diversi, ma tale divisione é importante per comprendere il processo – continuativo che intercorre tra i due ambiti.
La conoscenza per Spencer è qualcosa di finito e relativo, il filosofo inglese dirà infatti che non possiamo conoscere la realtà così come essa è al di là del suo manifestarsi fenomenico, lo scienziato quindi può solo indagare il conoscibile, lasciando ad una religione negativa l’ analisi sull’ Inconoscibile.
Che ruolo acquista la filosofia all’ interno del discorso spenceriano?
La filosofia diviene la scienza più importante, ma in quanto super – scienza perde una sua autonomia concettuale; la sua funzione è quella di esplicare le leggi generali ed universali della realtà nel processo evolutivo, leggi generalissime da cui dipendono quelle delle singole scienze, che arrivano ad intuizioni frammentarie.
Le scienze analizzano aspetti particolari della realtà, aspetti che una volta analizzati vanno coordinati in una visione d’ insieme, tale compito deve essere svolto dalla filosofia, che assurge ad un ruolo di sintesi.
Tre sono i principi a cui pervengono le scienze: a) Indistruttibilità della materia, b) continuità del movimento, c) persistenza della forza. Tali principi vengono rielaborati magistralmente dalla filosofia, che costruisce un unico principio evoluzionistico, fondato su un processo triadico: a) passaggio dall’ incoerente al coerente ( progressiva concentrazione ), b) passaggio dall’ omogeneo all’ eterogeneo, dall’ uniforme al multiforme ( progressiva differenziazione ), c) passaggio dall’ indefinito al definito ( progressiva determinazione ).
La legge dell’ evoluzionismo regola l’ intera realtà dal mondo inorganico fino al mondo superorganico, dal Sistema Solare al mondo umano; Spencer formulando tale teoria non si accorge che sussiste una differenza evidente tra il mondo inorganico e quello umano, in quest’ ultimo intervengono fattori come la cultura e la coscienza intesa come consapevolezza del proprio sviluppo. Spencer dirà nei “ Principi primi “ che: << L’ evoluzione è una integrazione di materia accompagnata da dispersione di moto, durante la quale la materia passa da un’ omogeneità ( relativamente ) incoerente, indefinita, a una eterogeneità ( relativamente ) coerente, definita, mentre il moto subisce una trasformazione parallela >>.
Parlare di evoluzionismo – secondo Spencer – significa analizzare il problema dell’ adattamento all’ ambiente, il darwinismo biologico in Spencer diviene un darwinismo sociale; si tratta nello stesso tempo di evidenziare l’ opposizione tutta interna tra un darwinismo di tipo biologico e di tipo sociale.
La prima forma di evoluzione è quella biologica, dopo tale evoluzione compare l’ evoluzione psicologica dove Spencer grazie allo studio della biologia evoluzionista dà importanti risultati e proposte teoriche interessanti. La nostra mente mediante una serie di processi acquista una maggiore complessità, e la nostra conoscenza si basa su strutture a – priori, costituitesi grazie ad una serie di tappe ereditarie. La mente considerate in fieri risponde agli stimoli dell’ esterno e si viene formando sulla base dell’ interconnessione tra la coscienza e l’ organismo. Che rapporto sussiste tra la mente e la realtà esterna? Secondo il filosofo inglese, noi conosciamo attraverso una struttura a – priori genetica che ci permette di cogliere la realtà sul piano fenomenico ( del conoscibile ), egli elabora una visione definita “ realismo trasfigurativo “. Le nostre conoscenze ci offrono dei simboli della realtà fenomenicamente intesa, si supera così l’ eterno dibattito tra l’ innatismo e l’ empirismo, la mente non è una “ tabula rasa “ è costruita e fondata su strutture a - priori ( per l’ individuo singolo ), che divengono un fatto acquisito per la specie. Non solo le idee ma anche i sentimenti sono frutto di processi di sedimentazione – genetico – ereditari; la morale utilitaristica – secondo Spencer – commette l’ errore di non considerare il fatto ereditario. L’ educazione come del resto il ragionamento utilitaristico, possono in parte modificare ciò che è presente a livello ereditario.
La biologia studia il processo organico di adattamento e selezione naturale di forme di vita che per sussistere devono reagire in maniera adeguata agli stimoli dell’ ambiente esterno. L’ adattamento è un processo costituitosi secondo una fusione della teoria lamarckiana della funzione che crea l’ organo e del darwinismo; la psicologia deve analizzare l’ unità della coscienza da un punto di vista fenomenico, in quanto la realtà in sé è inattingibile. La psicologia a differenza dell’ idea di Comte, è una disciplina autonoma, che si divide in soggettiva ( studia il processo evolutivo del pensiero ) ed oggettiva. L’ aprioricità di alcuni principi è secondo Spencer un fatto individuale, per la specie si parla sempre in termini di a – posteriori.
La visione panevoluzionistica permette al filosofo inglese di sviluppare un liberalismo marcatamente radicale, dove l’ intervento statale nell’ economia viola il processo evoluzionistico e la dinamica di selezione sociale. Avviene un interessante parallelismo tra il mondo organico e quello superorganico, Spencer mostrerà infatti la maggiore autonomia ed omogeneità delle città moderne rispetto a quelle antiche, dove le zone produttive sono concentrate in luoghi ben precisi, come le cellule nel corpo umano.
La sociologia di Spencer a differenza di quella comteana non vuole analizzare la società per fornire delle previsioni sul futuro e per offrire un modello a cui ispirarsi; ha invece una funzione descrittiva separa dal discorso morale, e nello stesso è indirizzato verso una visione individualista e graduale – evoluzionista. Non si possono bruciare le tappe dell’ evoluzione; Spencer distinguerà una società militare dove lo Stato assumeva un rigido controllo sulla vita dei singoli, e la società industriale, dove gli individui sono liberi e possono agire in maniera indipendente. Esiste una terza possibilità dove avvenga una conciliazione tra l’ egoismo e l’ altruismo, ma tale situazione so può realizzare solo da un punto di vista etico. L’ etica di Spencer è un’ etica evoluzionista – biologica, basata sulla problematica dell’ adattamento all’ ambiente in relazione all’ estensione temporale ed all’ intensione qualitativa ( il raggiungimento della felicità ). Il fine ultimo ed indiretto dell’ agire è l’ utile, il dovere è un carattere acquisito e consolidato per via ereditaria da parte della specie umana ( è una dote a – priori genetica ) valido inizialmente solo per il singolo; Spencer auspica che con il tempo il dovere non apparirà più come un sorta di costrizione, ma diventerà un fatto spontaneo permettendo una conciliazione tra l’ egoismo e l’ altruismo: la ripetitività del fattore ereditario – dinamico dell’ etica porta verso un’ interiorizzazione dell’ agire dell’ individuo. È un’ etica utilitaristico – moderata inficiata da una visione evoluzionistico – ottimistica ( biologica ).
Spencer è un filosofo che ha avuto una sorte paradossale rispetto agli pensatori, famosissimo nel suo periodo storico, completamente eclissato nel Novecento, oggi è considerato come un filosofo fondamentale per il dibattito sull’ evoluzionismo, anche se si ritiene la sua teoria di stampo metafisicizzante.




SCARICA PDF
https://drive.google.com/file/d/0B5DBNWZakYzgdE9pX2dCS290VjA/edit?usp=sharing

COMTE

Auguste Comte è stato il fondatore del positivismo francese. Nacque nel 1798 a Montpellier da una famiglia modesta, “eminentemente cattolica e monarchica”, fu discepolo e segretario (e in seguito deciso antagonista) di Saint-Simon, allievo della famosa École Polytechnique. Ebbe sufficiente dimestichezza con la matematica; fu il padre ufficiale della sociologia, e l’esponente, per certi aspetti, più rappresentativo dell’indirizzo di pensiero positivistico nel suo complesso.

Questo scrive Comte del suo itinerario morale ed intellettuale:
“Avevo già compiuto i quattordici anni che già provavo il bisogno fondamentale di una rigenerazione universale, a un tempo politica e filosofica, sotto l’attivo impulso della salutare crisi rivoluzionaria la cui fase principale aveva preceduto la mia nascita. La luminosa influenza di una iniziazione matematica avuta in famiglia, felicemente sviluppata all’École Polytechnique, mi fece istintivamente presentire la sola via intellettuale che poteva realmente condurre a questo grande rinnovamento”. E aggiunge che fu nel 1822 che egli ebbe chiaro il suo progetto filosofico “sotto la costante ispirazione della mia grande legge relativa all’insieme dell’evoluzione umana, individuale e collettiva”: la legge dei tre stadi.

Si tratta della legge secondo la quale l’umanità, al pari della psiche dei singoli uomini, passa attraverso tre stadi:
a) quello teologico;
b) quello metafisico;
c) quello positivo.

Scrisse Comte nel Corso di filosofia positiva: “Studiando lo sviluppo dell’
intelligenza umana […] dal suo primo manifestarsi ad oggi, io credo di aver scoperto una grande legge fondamentale […]. Questa legge consiste in ciò: che ciascuna delle nostre concezioni principali, ciascun ramo delle nostre conoscenze passa necessariamente per tre stadi teorici differenti: lo stadio teologico, o fittizio; lo stadio metafisico, o astratto; lo stadio scientifico, o positivo […]. Di qui tre tipi di filosofia, o di sistemi concettuali generali, sull’insieme dei fenomeni, che si escludono reciprocamente. Il primo è un punto di partenza necessario dell’intelligenza umana; il terzo è il suo stato fisso e definitivo; il secondo è unicamente destinato a servire come tappa di transizione”.a) Nello stadio teologico i fenomeni vengono visti come “prodotti dell’azione diretta e continua di agenti soprannaturali, più o meno numerosi”; la spiegazione di eventi è affidata alla divinità e il periodo in cui rimase in vigore questo tipo di stadio è quello del medioevo;b) nello stadio metafisico essi vengono spiegati ad opera di essenze, idee o forze astratte (i corpi si unirebbero grazie alla “simpatia”; le piante crescerebbero a causa della presenza dell’”anima vegetativa”; l’oppio- come ironizzava Molière - addormenta perché possiede la “virtù soporifera”);
la spiegazione degli eventi è quindi affidata alla ricerca di un principio esterno (l’
assoluto, la volontà) e si riferiscono al periodo dell’Illuminismo e del Romanticismo;c) è soltanto “nello stadio positivo, che lo spirito umano, riconoscendo l’impossibilità di ottenere conoscenze assolute, rinuncia a domandarsi qual sia l’origine e il destino dell’universo, quali siano le cause intime dei fenomeni, per cercare soltanto di scoprire, con l’uso ben combinato del ragionamento e dell’osservazione, le loro leggi effettive, cioè le loro relazioni invariabili di successione e di somiglianza”; quello che più interessa nel periodo del Positivismo non è il vero metafisico, bensì è la verificabilità dei fenomeni: bisogna ricercare una legge che verifichi i fatti, perché se il fenomeno è ripetitivo significa che è anche vero. La verificabilità non va confusa con la veridicità, che si rifà alla verità, tenendo presente sempre che la verità assoluta non esiste se non come utopia.

Tale, dunque, è la legge dei tre stadi, il concetto chiave della filosofia di Comte. Legge che troverebbe conferma sia nello sviluppo dei singoli (ogni uomo è teologo nella sua infanzia, è metafisico nella giovinezza; è fisico nella sua maturità), sia nella storia degli uomini. 

 

 

 

scarica pdf

https://drive.google.com/file/d/0B5DBNWZakYzgUkJfZmdBTjc1NWM/edit?usp=sharing 


positivismo introduzione

Dottrina filosofica che fonda la conoscenza solo sui fatti e deriva la certezza esclusivamente dall'osservazione propria alle scienze sperimentali, con l'esclusione di ogni apriorismo e l'ammissione che la conoscenza della "cosa in sé" è inattingibile. Positivo è quindi il reale in opposizione al chimerico, il certo in quanto posto sul fondamento sicuro del fatto. Il termine "positivo" si trova per la prima volta nel conte di Saint-Simon, che lo acquisisce al campo strettamente filosofico (Système de politique positive), ma che si limita a un generico impegno della filosofia per un metodo d'indagine che si modellasse sulla ricerca scientifica. Le vere origini del positivismo però sono da ricercarsi nell'illuminismo inglese e francese: dal primo dedurrà le matrici empiristica e utilitaristica; dal secondo il principio (elaborato da Condorcet) che il progresso di tutta la conoscenza dipende dalla costituzione e dal progresso della scienza positiva. Ambiente favorevole allo sviluppo del positivismo fu quello formatosi a partire dal 1830: progresso delle scienze naturali, prime applicazioni tecniche delle scoperte scientifiche e loro riflessi in campo sociale ed economico, nuova importanza assunta dal lavoro. In Francia A. Comte (a cui si deve la prima elaborazione e sistemazione del positivismo) partì dal principio già formulato da Fourier: "Le cause primordiali non ci sono note, ma esse sottostanno a leggi semplici e costanti, che si possono scoprire per mezzo dell'osservazione e il cui studio costituisce l'oggetto della filosofia naturale"; e da questa premessa svolse la sua ricerca giungendo alla definizione della filosofia come "scienza dei fatti concreti". Nel suo fervore organicistico Comte aveva diviso la storia in tre stadi: teologico o immaginativo, in cui l'uomo immagina i fenomeni un prodotto di agenti soprannaturali; metafisico o astratto, in cui l'uomo tenta di spiegarsi il mondo come effetto di forze astratte; positivo o scientifico, in cui l'uomo ha acquistato la coscienza dell'impossibilità di attingere l'assoluto e si limita alla conoscenza delle leggi che reggono i fenomeni. Questo rigore scientifico venne meno nel Comte vecchio, che al principio intellettualistico sostituì il sentimento, fondando su di esso addirittura una religione (inconsistente), di cui si autonominò sommo sacerdote. Fecondo e aperto a nuovi sviluppi fu il positivismo anche in Inghilterra, soprattutto per merito di J. Stuart Mill, impegnato a sottrarre la scienza morale alle sue consuete incertezze per stabilire invece per essa un fermo complesso di regole, che consentissero di superare le antitesi di egoismo e altruismo, d'individualismo e socialismo.

 

BIOLOGIA: IL POSITIVISMO EVOLUZIONISTA
Estremamente innovatrice, poi, sul piano delle scienze biologiche, fu la rivoluzione profonda operata dal cosiddetto positivismo evoluzionistico, fiorito sempre in Inghilterra, e il cui maggior rappresentante fu
Ch. Darwin, il quale, nella sua opera L'origine delle specie (1859), enunciò per la prima volta le leggi fondamentali del trasformismo biologico, sempre in un ambito strettamente scientifico, mentre il suo connazionale H. Spencer sostenne una teoria universale dell'evoluzione come processo continuo e necessario, operante sia nella natura sia nella società. Nel tardo positivismo H. Taine tentò di abolire ogni distinzione tra scienza della natura e scienze sociali, dichiarando l'identità di natura tra i loro prodotti: "Vizi e virtù sono prodotti allo stesso modo del vetriolo e dello zucchero". Sulla cruda visione di questo positivismo si muoverà poi il naturalismo letterario.

FILOSOFIA: LA DOTTRINA IN GERMANIA 
In Germania il positivismo si colloca in una posizione più propriamente definita "materialismo": la sua matrice deriva dal positivismo franco-inglese e come fatto culturale tedesco è una diretta derivazione del forte progresso compiuto dalle scienze naturali e dalla biologia. Si presenta come oppositore dell'eccessivo metafisicismo generato dall'idealismo (Basta con la metafisica!), ma per altro verso è contrario anche al romanticismo, anche se a lui si accompagna nel voler raggiungere il reale: il positivismo sul versante dell'oggetto; il romanticismo nella zona del soggetto. 
FILOSOFIA: LA DOTTRINA IN ITALIAIn Italia seguaci del positivismo furono Carlo Cattaneo, deciso oppositore di ogni metafisica e di ogni scienza aprioristica, Roberto Ardigò, che concepì la filosofia come disciplina dell'organizzazione dei dati scientifici e operò un'originale riforma delle dottrine evoluzionistiche di Spencer, e i pedagogisti A. Gabelli e A. Angiulli





scarica pdf
https://drive.google.com/file/d/0B5DBNWZakYzgSUh0N05BaGJ4S2c/edit?usp=sharing 

Marx

Vita
Nasce a Treviri nel 1818 da famiglia ebraica (lui però fu sempre agnostico);
1835-1836 frequenta la facoltà di giurisprudenza a Bonn e poi a Berlino;
entra in contatto con la "gioventù hegeliana" e ne studia a fondo il pensiero;
da giurisprudenza passa a filosofia e si laurea a Jena (tesi su Democrito ed Epicuro);
si dedicò al giornalismo politico;
si trasferisce a Parigi dopo l'interdizione;
1843 scrive "Critica alla filosofia di Hegel";
1844 scrive "Annali franco-tedeschi";
viene espulso dalla Francia su richiesta del governo prussiano.
Va a Bruxelles ed entra in contatto con Engels con cui scrive "La sacra famiglia";
1845-1846 scrive "Tesi su Feuerbach" e "L'ideologia tedesca".
1847 si tiene a Londra il primo congresso della Lega dei Comunisti ma Marx non vi può partecipare, ci sarà solo Engels.
1847 viene affidato a Marx l'incarico di scrivere un manifesto politico sul comunismo;
1848, scritto a due mani con Engels, esce "Il Manifesto del Partito Comunista".
Marx viene subito e di nuovo espulso dalla Germania;
va a vivere a Londra dove scrive e dove starà sotto l'egida di Engels;
1851 si ritira dal mondo politico e lavora al British Museum;
1864 viene fondata l'Associazione Internazionale dei Lavoratori di cui Marx entra a far parte.
1866 inizia il primo libro del Capitale, pubblicato ad Amburgo nel 1867, gli altri volumi (il secondo ed il terzo) saranno pubblicati da Engels, a cui toccherà la decifrazione dei manoscritti (pubblicazione postuma 1885/1894).
Ha ispirato intere generazioni di rivoluzionari!

Concetti
1. Misticismo Logico: è l'accusa che Marx rivolge al metodo di Hegel; Hegel ha sbagliato nell'aver costruito il concetto di spirito partendo dalla realtà concreta, poiché così agendo ha fatto della realtà una manifestazione necessaria dello spirito. Marx afferma che questo è un giustificazionismo speculativo e politico.
2. Uso della Dialettica: riprende questo modo di filosofare da Hegel; la dialettica di Marx è composta da una serie di momenti intercollegati e da un insieme di contraddizioni negative da sviluppare. La dialettica è un metodo d'indagine sulla realtà studiata come totalità in divenire.
3. Alienazione: la prima apparizione di questo concetto fondamentale è nell'opera "Manoscritti economico-filosofici" (Parigi 1844). Costituiscono il primo approccio all'economia politica. L'argomento di base è l'economia borghese come espressione della società capitalistica e, allo stesso tempo, come immagine globalmente mistificata del mondo borghese.
L'economia politica contemporanea non riesce a leggere la struttura contraddittoria del proprio oggetto di studi, ossia la conflittualità esistente tra Capitale e Lavoro salariato. Questa contraddizione Marx la chiama alienazione.
In filosofia il termine venne usato da:
a. Rousseau e significava cessione dei diritti individuali a favore della comunità;
b Hegel e significava dialettica propria dello Spirito, il quale si perde nella natura e nell'oggetto per poi ri-appropriarsi di sé in modo arricchito;
Marx, invece, tiene presente la lezione di Feuerbach che aveva descritto l'oggettivazione religiosa in termini di scissione e di dipendenza (l'uomo che, scindendosi, proietta fuori di sé un Dio al quale si sottomette). L'alienazione è, in definitiva, la situazione storica dell'operaio nella società del Capitale in cui il salariato è scisso e separato dal prodotto della sua attività ma, al medesimo tempo, dipendente e alla mercé di una potenza che egli stesso produce e non conosce.
L'alienazione è conseguenza del male della società più grande della società: la proprietà privata.
La dis-alienazione sarà, quindi, la base del comunismo.
Per Marx esiste, in ogni caso, anche una alienazione di tipo religioso:
la religione è l'oppio dei popoli significa che la religione è la consolazione illusoria delle masse.

Le opere nello specifico.

L'IDEOLOGIA TEDESCA 1845-1846 (BRUXELLES)
L'argomento del testo è cogliere il movimento reale della storia al di là delle rappresentazione ideologiche che non hanno svelato le strutture effettive e le vere forze motrici.
Per ideologia si intende la falsa rappresentazione della realtà.
Il programma di Marx è di distruggere tutte le ideologie filosofiche, politiche e religiose.
Per arrivare alla vera storia c'è bisogno di produrre l'esistenza in modo sociale:
da una parte bisogna analizzare le forze produttive, ovvero gli uomini che producono la forza-lavoro, i mezzi, le conoscenze tecniche e scientifiche; dall'altro lato bisogna comprendere i rapporti di produzione, i rapporti di proprietà che stanno alla base dell'economia.
L'economia è il piedistallo delle sovrastrutture, è la struttura delle sovrastrutture, è lo scheletro su cui si innalzano le sovrastrutture (arte, politica, religione, filosofia...ec..)
L'intento di Marx è di concepire materialisticamente la storia: l'unico fattore determinante della storia, dell'accadere, è l'economia.
Quindi la storia così concepita avrà delle basi molto solide (si reggerà sui piedi e non sulla testa):
I PIEDI DELLA STORIA (la struttura economica con tutti i suoi modi di produzione, somma di forze produttive e rapporti di produzione) DETERMINANO LA TESTA DELLA STORIA (l'insieme delle leggi, l'etica, religioni ecc). Si tratta di una dialettica che parte dai piedi e non dalla testa!

IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA (1848)
1. Analisi della funzione storica della Borghesia a partire dall'analisi di tutte le classi sociali: le classi si definiscono in base alle proprietà dei mezzi di produzione;
2. Sviluppo del concetto di storia come "lotta di classe" e dei concetti riguardanti proletari e comunisti: la lotta di classe è la forza motrice della storia che porterà inevitabilmente tutte le nazioni al comunismo (comunismo che una volta raggiunto non avrà più bisogno di classi e di lotte di classe);
3. Critica ai socialismi non scientifici: sono di tre tipi, reazionario, borghese, critico-utopistico. La scientificità del comunismo è data da a) autoemancipazione del proletariato b) necessità storica del tramonto del capitalismo ecc) utilizzo della scienza economica come metodo di analisi storica.

IL CAPITALE
Gli argomenti di discussione sono:
1. il metodo storicistico-dialettico;
2. l'accettazione che non possono esistere leggi universali in economia;
3. la comprensione che la borghesia è una struttura sociale molto controversa;
4. lo studio del capitalismo a partire dalle basi per astrarre gli aspetti secondari.

Il capitalismo si basa su due assunti:
La merce: immane raccolta di merci che ha un valore d'uso e di scambio;
Il valore: il lavoro e la quantità di lavoro socialmente necessaria per produrre la merce.

Il ciclo della società capitalistica è il seguente: DENARO- MERCE- PIÙ VALORE (PLUS-VALORE) ed ha come presupposto l'incremento del denaro e la produzione del PLUS-VALORE (spesso simboleggiato da D+).
Il capitale consta di capitale costante (CC): il capitale investito nei mezzi; e di capitale variabile (CV): il capitale investito nei salari.
Il profitto si calcola dal rapporto fra plus-valore e somma del capitale variabile e capitale costante: D+ : CV+CC

Dire che le merci hanno valore di per sé, dimenticando il lavoro che c'è sotto e affermando che i rapporti economici sono fra le cose e non fra gli uomini, significa fare feticismo delle merci.
Il plus-valore è lo sfruttamento.
Con la rivoluzione il proletariato si impadronirà del potere politico e avvierà il comunismo (dittatura del proletariato, considerata come fase media tra borghesia e società comunista vera e propria).
Il comunismo avrà due fasi: nella prima vigerà il principio secondo il quale a ciascuno sia dato ciò che gli spetta dal lavoro che svolge; nella seconda fase vigerà il principio secondo cui si prenderà da ciascuno in base alle capacità e si offrirà il giusto compenso in base alle necessità.


SCARICA IL PDF
https://drive.google.com/file/d/0B5DBNWZakYzgdWV0WWE3RkVWZnM/edit?usp=sharing

FEUERBACH L'ATEO

Feurbach fu figura di rilievo della Sinistra Hegeliana (http://it.wikipedia.org/wiki/Sinistra_hegeliana).

Fu scolaro di Hegel a Berlino; divenne libero docente a Erlangen (la sua carriera si interruppe presto a causa del suo pensiero anti religioso).
Le opere fondamentali sono L'essenza del Cristianesimo e L'essenza della religione.

Il pensiero di Feuerbac si basa sulla volontà di smascherare l'idealismo: l'equivoco di fondo dell'idealismo è quello di fare del concreto un predicato o un attributo dell'astratto anziché fare dell'astratto un predicato del concreto. Il pensiero deriva dall'essere e non il contrario.
Dio è una creazione dell'uomo in quanto proiezione illusoria di qualità perfette dell'uomo. Quindi la categoria di divino è la generalizzazione della categoria di umano (Dio è l'umano in generale).
La religione, quindi, è solo un insieme di rapporti dell'uomo con sé stesso, o meglio con il proprio essere visto come altro essere. Il mistero di Dio e della teologia è risolvibile con lo studio dell'uomo (con l'antropologia).
Cos'è Dio per Feuerbach?
1. Dio è il derivato dell'onnipotenza umana (primordiale e primitiva);
2. Dio è desiderio che si innesta tra volontà e potere;
3. Dio è sentimento di dipendenza nei confronti della natura.

La religione è, perciò, una forma di alienazione, stato patologico per cui l'uomo, scindendosi, proietta fuori di sé una potenza superiore alla quale si sottomette.
Più poni Dio più togli te stesso.
Fare il divino significa impoverire l'umano.
Come risolvo il problema? Con l'ateismo.
Ateismo: si configura come atto di onestà e come dovere morale; è giunto il tempo che l'uomo recuperi in sé i predicati positivi che ha alienato in Dio. Il soggetto delle religioni (Dio) deve tornare ad essere predicato (quindi lasciar perdere la formula: DIO HA CREATO L'UOMO; assumere la formula: L'UOMO HA CREATO DIO).



la critica ad Hegel
L'hegelismo, secondo Feuerbac, è una teologia mascherata, una teologia razionalizzata: lo Spirito e l'Idea sono appellativi del Dio biblico, che altro non è se non un fantasma di noi stessi, il frutto di una astrazione alienante.


l'ultimo Feuerbach
Nell'ultima fase del suo pensiero Feuerbach teorizza la filosofia dell'avvenire sotto forma di Umanismo Naturalistico:

Umanismo: l'uomo è l'oggetto e lo scopo del discorso;
Naturalistico: fare della Natura la realtà primaria da cui tutto dipende, compreso l'uomo.
L'uomo è un essere che vive, che dipende da bisogni e desideri: è di carne e di sangue, è condizionato dal corpo e dalla sensibilità, dove la sensibilità si lega all'amore che è passione fondamentale e che fa tutt'uno con la vita.
Se uomo è bisogno, sensibilità e amore, allora l'uomo ha necessità dell'altro: L'IO NON PUÒ STARE SENZA IL TU: la comunione dell'uomo è il primo principio e il primo criterio della validità universale.




teoria degli alimenti
L'uomo è ciò che mangia
Cosa significa?
1. che esiste una unità psico-fisica dell'individuo;
2. che le condizioni spirituali di un popolo vanno di pari passo con le condizioni materiali.





SCARICA IL PDF
https://drive.google.com/file/d/0B5DBNWZakYzgZHY0b1cxTHFWalE/edit?usp=sharing

Schopenhauer

La vita del filosofo:
Nasce a Danzica nel 1788
Viaggia molto nella sua vita.
Studia presso l'università di Gottinga.
La sua formazione universitaria: Platone e Kant.
Conobbe Fichte.
Scrisse su Goethe, suo amico.
La sua opera principale è:

Il Mondo come Volontà e Rappresentazione, pubblicata nel Dicembre del 1818.
Viaggia a Roma e a Napoli (come era uso presso gli studiosi dell'epoca: Grand Tour)
Riceve l'abilitazione per la libera docenza a Berlino (in ogni caso fu un docente dal poco successo, molto mediocre; si racconta che alle sue lezioni non partecipava mai nessuno)
Muore nel 1861.
Solo dopo il 1848, in concomitanza con l'ondata di pessimismo che invase l'Europa, inizio la fortuna letteraria di Schopenhauer.


IL PENSIERO
Schopenhauer riprende i motivi e le teorie di filosofi e correnti precedenti.


da Platone: le idee eterne che non partecipano della caducità del nostro mondo;
da Kant: l'impostazione soggettivistica della teoria del conoscere;
dall'Illuminismo: la considerazione della vita psichica e della vita sensoriale come fatto fisiologico e nervoso;
da Voltaire: lo stile ironici e brillante;
dal Romanticismo: l'irrazionalismo, l'infinito, l'importanza dell'arte e delle musica, il concetto di dolore;
dalle filosofie indiane: il concetto di Sapienza (viene a conoscenza delle filosofie orientali grazie a Frederich Mayer).

Il mondo come Volontà e Rappresentazione; in questa opera Schopenhauer ci dice che il nostro mondo è composto da:

1. Fenomeno, che è la parvenza, l'illusione, il velo di Maya (metafora che riprende dai testi sacri Veda e Purana);

2. Cosa in sé, ovvero tutto ciò che c'è da scoprire, il noumeno.

Analizziamo il titolo dell'opera:

Volontà: è il mezzo attraverso il quale io accedo alla cosa in sé, con mille sforzi e mille dolori fisici forse riesco a tirar via un pezzetto di quel velo. È chiamata, anche, volontà di vivere, ed è la radice dell'Io, l'essenza di tutte le cose.
Essa è inconscia (formata dall'impulso dell'energia vitale), è unica (al di fuori dello spazio e del tempo), è incausata e senza scopo (forza libera e cieca che ha, come sua unica meta, solo sé stessa). Essa si concretizza in archetipi (in tutto e per tutto simili alle idee eterne di Platone) di cui l'uomo conserva solo delle foto sbiadite ed edulcorate (l'uomo, per questo motivo, è considerato un animale malaticcio)

Rappresentazione: nella sua illusorietà, il Mondo, ci propone una divisione di compiti, da una parte vi è il soggetto rappresentante che tutto conosce senza essere conosciuto, dall'altra l'oggetto rappresentato che è ciò che viene conosciuto.

Ma tutto ciò non è sopportabile per Schopenhauer!
Perché ciò che conosciamo è falso e la volontà è labile!
Il corpo, inoltre, è d'ingombro: manifesto vivente dei nostri insaziabili desideri.
Quindi la vita diventa pura sofferenza poiché volere è desiderare, il desiderio è assenza e l'assenza è dolore estremo.
L'uomo vive in una insoddisfazione perenne: un desiderio appagato non è mai pieno, è elemosina gettata al mendicante che prolunga oggi la sua vita per continuare domani la sofferenza.
Il piacere si configura come cessazione momentanea del dolore, quindi sembra proprio che sia una funzione del dolore stesso.
Alla possibilità di scelta minima (dolore o meno dolore) vi è una terza via (forse ancor più drammatica), si chiama noia:

la vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando attraverso l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia.

Si tratta della concettualizzazione del pessimismo cosmico: il dolore investe ogni cosa e l'uomo non soffre di più, ne è solo molto più consapevole ( più sai più soffri).
La volontà di vivere è il male del mondo, può anche esser chiamata amore, lo stimolo più forte alla vita, e ha a che fare con l'accoppiamento. Non c'è amore senza sessualità: esso porta con sé la connotazione della vergogna e dell'osceno perché ha, come fine ultimo, la messa al mondo di altre creature destinate a soffrire.

Come mi libero dal dolore?
Schopenhauer è contro il suicidio: esso è un atto di forte affermazione della volontà stessa (che invece voglio eludere) che non nega la volontà ma solo la vita, fa perire il corpo (la rappresentazione) e non il noumeno (la volontà).

allora esistono altri sollievi a tuuto ciò:

a. ARTE essa è conoscenza libera e disinteressata che si rivolge direttamente alle idee; è catartica poiché ci fa contemplare la vita ponendoci al di sopra della volontà, del dolore e del tempo.
b. MUSICA è l'arte suprema, la più immediata anche se effimera.
c. PIETÀ questa vita ci impone di prenderci cura del prossimo, consigliandoci, così, di tentare il superamento dell'egoismo. Ogni comportamento (etico) sgorga da questo sentimento nobile: io avverto come mie le sofferenze altrui. Nelle Upanishad esiste la sacra formula TA TWAN ASI che significa questo vivente sei tu. La pietà, se viene indirizzata alle migliori azioni, ci conduce a due virtù: la giustizia e la carità (in greco agape e che Schopenhauer intende come il vero ed unico amore).
d. ASCESI è quell'esperienza per la quale l'individuo cessa di volere la vita e il volere stesso, proponendosi di eliminare il desiderio di esistere, di godere e di volere. La via per l'ascesi è dura e comprende tre passi: la castità perfetta, la povertà, il sacrificio e l'automacerazione. Non bisogna considerare l'ascesi di cui parla Schopenhauer come ascesi cristiana, ma come desiderio di raggiungere il nirvana: l'esperienza del nulla e la negazione del mondo; il nirvana è tutto, è niente, è oceano di pace.



**********SCARICA IL FILE****************************************
https://drive.google.com/file/d/0B5DBNWZakYzgX1diQkxsM0E1Mlk/edit?usp=sharing