lunedì 3 marzo 2014

SPENCER


Herbert Spencer ( 1820 – 1903 ), è il più importante rappresentante del positivismo evoluzionistico sviluppando la teoria darwiniana sulla totalità del reale, per Spencer secondo un processo graduale avviene un’ evoluzione pre – organica, organica e superorganica, si tratta quindi di un meccanismo biologico. Le opere più importanti di Spencer sono: “ Statica sociale “, “ Principi di psicologia “, “ Sistema di filosofia sintetica “, “ Individuo e stato “, “ Principi primi “.
Spencer a differenza di una certa corrente del positivismo ammette la conciliabilità della scienza e della religione, in quanto la scienza si deve occupare dell’ ambito del conoscibile, la religione dell’ inconoscibile.
Si tratta di una divisione fondamentale, la scienza offre una spiegazione sul piano fenomenico, del “ come “, la religione da un lato evidenzia i limiti della conoscenza umana, dall’ altro svela il mistero profondo della realtà.
La religione di cui parla Spencer è una teologia negativa di plotiniana memoria; non definisce l’ inconoscibile ma si limita attraverso un processo negativo a dire cosa dietro la conoscenza scientifica non stia. Scienza e religione hanno ambiti diversi, ma tale divisione é importante per comprendere il processo – continuativo che intercorre tra i due ambiti.
La conoscenza per Spencer è qualcosa di finito e relativo, il filosofo inglese dirà infatti che non possiamo conoscere la realtà così come essa è al di là del suo manifestarsi fenomenico, lo scienziato quindi può solo indagare il conoscibile, lasciando ad una religione negativa l’ analisi sull’ Inconoscibile.
Che ruolo acquista la filosofia all’ interno del discorso spenceriano?
La filosofia diviene la scienza più importante, ma in quanto super – scienza perde una sua autonomia concettuale; la sua funzione è quella di esplicare le leggi generali ed universali della realtà nel processo evolutivo, leggi generalissime da cui dipendono quelle delle singole scienze, che arrivano ad intuizioni frammentarie.
Le scienze analizzano aspetti particolari della realtà, aspetti che una volta analizzati vanno coordinati in una visione d’ insieme, tale compito deve essere svolto dalla filosofia, che assurge ad un ruolo di sintesi.
Tre sono i principi a cui pervengono le scienze: a) Indistruttibilità della materia, b) continuità del movimento, c) persistenza della forza. Tali principi vengono rielaborati magistralmente dalla filosofia, che costruisce un unico principio evoluzionistico, fondato su un processo triadico: a) passaggio dall’ incoerente al coerente ( progressiva concentrazione ), b) passaggio dall’ omogeneo all’ eterogeneo, dall’ uniforme al multiforme ( progressiva differenziazione ), c) passaggio dall’ indefinito al definito ( progressiva determinazione ).
La legge dell’ evoluzionismo regola l’ intera realtà dal mondo inorganico fino al mondo superorganico, dal Sistema Solare al mondo umano; Spencer formulando tale teoria non si accorge che sussiste una differenza evidente tra il mondo inorganico e quello umano, in quest’ ultimo intervengono fattori come la cultura e la coscienza intesa come consapevolezza del proprio sviluppo. Spencer dirà nei “ Principi primi “ che: << L’ evoluzione è una integrazione di materia accompagnata da dispersione di moto, durante la quale la materia passa da un’ omogeneità ( relativamente ) incoerente, indefinita, a una eterogeneità ( relativamente ) coerente, definita, mentre il moto subisce una trasformazione parallela >>.
Parlare di evoluzionismo – secondo Spencer – significa analizzare il problema dell’ adattamento all’ ambiente, il darwinismo biologico in Spencer diviene un darwinismo sociale; si tratta nello stesso tempo di evidenziare l’ opposizione tutta interna tra un darwinismo di tipo biologico e di tipo sociale.
La prima forma di evoluzione è quella biologica, dopo tale evoluzione compare l’ evoluzione psicologica dove Spencer grazie allo studio della biologia evoluzionista dà importanti risultati e proposte teoriche interessanti. La nostra mente mediante una serie di processi acquista una maggiore complessità, e la nostra conoscenza si basa su strutture a – priori, costituitesi grazie ad una serie di tappe ereditarie. La mente considerate in fieri risponde agli stimoli dell’ esterno e si viene formando sulla base dell’ interconnessione tra la coscienza e l’ organismo. Che rapporto sussiste tra la mente e la realtà esterna? Secondo il filosofo inglese, noi conosciamo attraverso una struttura a – priori genetica che ci permette di cogliere la realtà sul piano fenomenico ( del conoscibile ), egli elabora una visione definita “ realismo trasfigurativo “. Le nostre conoscenze ci offrono dei simboli della realtà fenomenicamente intesa, si supera così l’ eterno dibattito tra l’ innatismo e l’ empirismo, la mente non è una “ tabula rasa “ è costruita e fondata su strutture a - priori ( per l’ individuo singolo ), che divengono un fatto acquisito per la specie. Non solo le idee ma anche i sentimenti sono frutto di processi di sedimentazione – genetico – ereditari; la morale utilitaristica – secondo Spencer – commette l’ errore di non considerare il fatto ereditario. L’ educazione come del resto il ragionamento utilitaristico, possono in parte modificare ciò che è presente a livello ereditario.
La biologia studia il processo organico di adattamento e selezione naturale di forme di vita che per sussistere devono reagire in maniera adeguata agli stimoli dell’ ambiente esterno. L’ adattamento è un processo costituitosi secondo una fusione della teoria lamarckiana della funzione che crea l’ organo e del darwinismo; la psicologia deve analizzare l’ unità della coscienza da un punto di vista fenomenico, in quanto la realtà in sé è inattingibile. La psicologia a differenza dell’ idea di Comte, è una disciplina autonoma, che si divide in soggettiva ( studia il processo evolutivo del pensiero ) ed oggettiva. L’ aprioricità di alcuni principi è secondo Spencer un fatto individuale, per la specie si parla sempre in termini di a – posteriori.
La visione panevoluzionistica permette al filosofo inglese di sviluppare un liberalismo marcatamente radicale, dove l’ intervento statale nell’ economia viola il processo evoluzionistico e la dinamica di selezione sociale. Avviene un interessante parallelismo tra il mondo organico e quello superorganico, Spencer mostrerà infatti la maggiore autonomia ed omogeneità delle città moderne rispetto a quelle antiche, dove le zone produttive sono concentrate in luoghi ben precisi, come le cellule nel corpo umano.
La sociologia di Spencer a differenza di quella comteana non vuole analizzare la società per fornire delle previsioni sul futuro e per offrire un modello a cui ispirarsi; ha invece una funzione descrittiva separa dal discorso morale, e nello stesso è indirizzato verso una visione individualista e graduale – evoluzionista. Non si possono bruciare le tappe dell’ evoluzione; Spencer distinguerà una società militare dove lo Stato assumeva un rigido controllo sulla vita dei singoli, e la società industriale, dove gli individui sono liberi e possono agire in maniera indipendente. Esiste una terza possibilità dove avvenga una conciliazione tra l’ egoismo e l’ altruismo, ma tale situazione so può realizzare solo da un punto di vista etico. L’ etica di Spencer è un’ etica evoluzionista – biologica, basata sulla problematica dell’ adattamento all’ ambiente in relazione all’ estensione temporale ed all’ intensione qualitativa ( il raggiungimento della felicità ). Il fine ultimo ed indiretto dell’ agire è l’ utile, il dovere è un carattere acquisito e consolidato per via ereditaria da parte della specie umana ( è una dote a – priori genetica ) valido inizialmente solo per il singolo; Spencer auspica che con il tempo il dovere non apparirà più come un sorta di costrizione, ma diventerà un fatto spontaneo permettendo una conciliazione tra l’ egoismo e l’ altruismo: la ripetitività del fattore ereditario – dinamico dell’ etica porta verso un’ interiorizzazione dell’ agire dell’ individuo. È un’ etica utilitaristico – moderata inficiata da una visione evoluzionistico – ottimistica ( biologica ).
Spencer è un filosofo che ha avuto una sorte paradossale rispetto agli pensatori, famosissimo nel suo periodo storico, completamente eclissato nel Novecento, oggi è considerato come un filosofo fondamentale per il dibattito sull’ evoluzionismo, anche se si ritiene la sua teoria di stampo metafisicizzante.




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