venerdì 25 ottobre 2013

Dal kantismo all'Idealismo: linee guida per uno studio approfondito

Il termine Idealismo viene usato per indicare la corrente filosofica che si originò in Germania nel periodo post-kantiano e che ha avuto numerose ramificazioni nella filosofia moderna e contemporanea di tutti i paesi.
Dai suoi stessi fondatori, Fichte e Schelling, questo Idealismo venne chiamato trascendentale o soggettivo o assoluto.

L'aggettivo trascendentale tende a collegarlo con il punto di vista kantiano, che aveva fatto dell'io penso il principio fondamentale della conoscenza.

La qualifica di soggettivo tende a contrapporre questo Idealismo al punto di vista di Spinoza che aveva bensì ridotto l'intera realtà a un principio unico, la Sostanza, ma aveva inteso la Sostanza stessa come oggetto.

Infine l'aggettivo assoluto mira a sottolineare la tesi che l'Io o Spirito è il principio unico di tutto e che fuori di esso non c'è nulla.





Caratteri fondamentali dell'Idealismo


1. Abolizione della cosa in sé ed infinitizzazione dell'io: i seguaci di Kant avevano ammesso l'inammissibilità gnoseologica della cosa in sé; Fichte si insinua nel dibattito spostando il discorso dal piano gnoseologico al piano metafisico, abolendo lo spettro della cosa in sé  (=un qualcosa di assolutamente estraneo all'io) e facendo diventare la cosa in sé una entità creatrice ed infinita. La tesi principale dell'Idealismo è Tutto è Spirito.

2. L'esistenza della Natura come momento dialettico necessario della vita dello spirito: lo Spirito, proprio per essere tale, ha bisogno di quella sua antitesi vivente che è la Natura.

3. L'uomo è Dio: l'uomo è la ragion d'essere e lo scopo dell'universo, esso coinciderà con l'Assoluto e con l'Infinito.







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