giovedì 31 ottobre 2013

Un confronto con Schelling

L'assoluto non è né il soggetto né l'oggetto, ma l'unità (o identità) indifferenziata degli opposti (soggetto/oggetto; spirito/natura; ideale/reale; conscio/inconscio).

In Schelling troviamo due sezioni filosofiche:
Filosofia della Natura: studia come la Natura sia Spirito visibile;
Filosofia dello Spirito: studia come lo Spirito sia Natura invisibile.


Filosofia della Natura
Ha come obiettivo mostrare che la Natura si risolve nello Spirito e affermare che la Natura stessa sia Spirito. La filosofia della Natura di Schelling è una terza via tra meccanicismo e finalismo: si tratta di un organicismo (=ogni parte ha senso solo se in relazione al tutto e alle altre parti)ed è anche un finalismo immanentistico (esiste una finalità oggettiva non derivante dal divino ma da un intervento immanente alla natura stessa).
Alla base della Natura così intesa, ovvero come Mondo-Organismo vi è l'Anima del Mondo (espressione plotiniana) che è lo Spirito inconscio vivificatrice (che muove e crea).
Il principio base della Natura è il principio di attrazione/repulsione (che Schelling mutua dalle scienze a lui contemporanee: magnetismo, elettricità e chimismo).
La Natura ha tre sviluppi: mondo inorganico, luce, mondo organico.
La Natura è il passato trascendentale dell'Io: è uno Spirito dormiente nelle cose e destinato a svegliarsi con l'uomo.



Filosofia dello Spirito
Essa è descritta nel Sistema sull’idealismo trascendentale ed è fondata sul concetto di autocoscienza e di Io. A differenza di Fichte egli non concepisce l’autocoscienza come soggettività pura, ma come sintesi di due attività dialetticamente opposte: da un lato infatti essa contiene un’attività limitata (detta reale) che produce l’oggetto che diventa come un limite per il soggetto. Tale attività è inconscia così che l’oggetto appaia come dato esternamente al soggetto. Dall’altro lato vi è un’attività illimitata e limitante (detta ideale), la quale consapevolmente va oltre il limite dell’oggetto e lo riconosce come una produzione inconsapevole dell’io. Esse allora non sono due attività separate ma incarnano la sintesi assoluta propria dell’autocoscienza. È in questo processo di sintesi infinito che si colloca l’intuizione intellettuale che esprime l’essenza dell’io, il suo essere produttore inconsapevole (attività reale) e consapevole (attività ideale) in un processo infinito. Vi è allora nel suo sistema una sorta di unione tra realismo e idealismo. L’Io è unità indissolubile di soggetto e oggetto, di spirito e natura, di attività consapevole e inconscia. Il vero idealismo allora non può che essere autentico realismo. 
La Filosofia dello Spirito è, a tutti gli effetti, un sapere sulla Natura opposto e complementare alla Filosofia della Natura: si parte dal soggettivo (primo e assoluto) e lo si fa diventare oggettivo. Dall'ideale al reale.
L'Autocoscienza è il punto luminoso del sistema trascendentale e delle deduzioni che produce.
L'intuizione intellettuale è il sapere che l'Io ha di sé e che viene trasmesso dall'Autocoscienza; si tratta di un sapere in cui Soggetto ed Oggetto coincidono (l'Io conosce e costruisce sé stesso nelle stesso tempo).


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