La Critica della Ragion Pura è divisa nel seguente modo:
1. Dottrina degli Elementi. Si propone di mettere in luce le forme a priori e si divide in:
a. Estetica Trascendentale*, la parte che studia la sensibilità e le sue forme a priori: Spazio e Tempo (Matematica).
b. Logica Trascendentale* che si suddivide, a sua volta in
b1. Analitica Trascendentale*: studia l'intelletto e le sue forme a priori- le dodici categorie (Fisica);
b2. Dialettica Trascendentale*: studia la ragione e le sue forme a priori, cioè le idee di Anima, Mondo e Dio (Metafisica).
2. Dottrina del Metodo. Si propone di chiarire l'uso degli elementi, ovvero il metodo della conoscenza.
Nella Critica della Ragion Pura l'ipotesi di fondo è:
sebbene la nostra conoscenza inizi con l'esperienza ciò non significa che essa derivi, in totale, dall'esperienza; potrebbe essere, invece, che la nostra conoscenza empirica sia un composto di ciò che riceviamo mediante i sensi e di ciò che la nostra facoltà cognitiva vi aggiunge da sé?
Come convalidarla?
Con i Giudizi Sintetici A Priori, che danno vita alla Concezione Criticistica della Scienza;
Essi sono:
Sintetici: fecondi, in quanto il predicato aggiunge qualcosa di nuovo a quanto detto dal soggetto;
A Priori: universali e necessari, in quanto non hanno bisogno di prove empiriche.
I Giudizi Sintetici A Priori non sono:
- I Giudizi Analitici A Priori: infecondi (=analitici), in quanto il predicato non aggiunge novità rispetto al soggetto/ universali e necessari, in quanto non hanno bisogno di convalide empiriche. Essi simboleggiano la concezione razionalistica e deduttivistica della scienza (Metodo Deduttivo);
- I Giudizi Sintetici A Posteriori: fecondi (=sintetici), in quanto il predicato aggiunge novità rispetto al soggetto/ particolare e non necessari (=a posteriori), in quanto derivano dall'esperienza. Essi simboleggiano la concezione empiristica e induttivistica della scienza (Metodo Induttivo).
*Trascendentale:
Nella filosofia scolastica il trascendentale era una proprietà universale (l'essere, l'uno..) che tutte le cose hanno in comune e perciò eccedono (trascendono) le categorie.
Per Kant, invece, il trascendentale è sì un qualcosa che eccede le categorie, ma ha anche a che fare con le forme a priori, le quali non esprimono una proprietà ontologica della realtà in sé ma solo una condizione gnoseologica che rende possibile la conoscenza della realtà fenomenica.
Trascendentale è il giusto aggettivo per descrivere lo studio filosofico delle forme a priori. Kant, va detto, non sempre è coerente nell'utilizzo di questo termine, in quanto lo associa sia alle forme a priori sia all'unità che costituisce l'Io Penso.
Nessun commento:
Posta un commento